person with body painting
by karla | 7:51 pm

Essere stranieri in terra straniera è un’esperienza unica, una sfida che spinge molti di noi a reinventarsi e a cercare nuove opportunità. Questa sera, durante la mia solita lezione di ballo, ho avuto un’ennesima occasione di riflettere su questo tema. Il mio maestro, originario dell’Argentina e residente in Italia da pochi anni, mi ha invitato a correggere alcune espressioni e accenti nelle sue parole pronunciate in un italiano quasi perfetto. Questo gesto ha suscitato in me ammirazione per il suo coraggio e la sua costante sete di miglioramento.

Le prime disavventure

Ripensando alla mia stessa esperienza quando sono arrivata in Italia, mi rendo conto dell’importanza di reinventarsi per adattarsi agli usi e costumi del nuovo paese che si presenta come un’immensa opportunità. Il mio primo impatto, devo essere sincera, è stato una miscela tra catastrofe e divertimento. La padrona di casa che ci ha affittato l’appartamento mi ha guidato attraverso le basi fondamentali, spiegandomi come utilizzare l’acqua calda e fredda, come sistemare le federe sui cuscini, e così via, il tutto comunicato in italiano. All’epoca sembrava una convinzione diffusa che parlando lentamente e in italiano, arricchito magari da qualche gesto, gli stranieri avrebbero potuto comprenderci. Questa situazione ha suscitato in me una risata spontanea, poiché mi chiedevo chi fosse l’alieno tra di noi. Ammetto, però, di non aver capito quasi nulla. Le basi e anche di più mi erano già molto ben note.

La necessità di ‘camuffarsi’

Decisi allora di intraprendere il percorso di apprendimento della lingua italiana, in modo da potermi integrare meglio. Ecco perché credo che se si intravede una nuova terra come un’opportunità, la decisione migliore sia cercare di adattarsi. Questa fase non è stata priva di sfide, ma con il tempo ho iniziato a sentirmi a casa sia ovunque che da nessuna parte. In Croazia, le persone si rivolgevano a me in italiano, mentre in Italia si usava “l’italiano per stranieri”. 

Ci vollero tre mesi di impegno costante per raggiungere una competenza linguistica sufficiente. Nel corso degli anni, ho scoperto che essere in grado di insegnare italiano come lezione privata o correggere qualche piccola inesattezza era fonte di grande soddisfazione. Capisco perfettamente cosa significa essere uno straniero in un paese straniero, ma ho imparato ad affrontare la situazione con leggerezza.

Dalle differenze linguistiche all’unione culturale

Ricordo un episodio divertente con un ex collega turco. Ci salutavamo con la parola “Bok,” che in croato significa “ciao,” ma che in turco ha un significato molto diverso (a detta del collega significava “merda” ma scritto diversamente). Questo mi ha fatto riflettere su quanto possano essere diverse le interpretazioni linguistiche e culturali. Ho imparato a considerare queste differenze come un modo unico di connettermi con gli altri.

Alla fine, forse il concetto di “mucha mierda,” che significa “in bocca al lupo” (lett. molta merda), rappresenta un augurio insolito quanto la sua traduzione, ma al contempo autentico. È un simbolo della nostra capacità di adattarci, imparare dalle sfide e abbracciare nuove prospettive, anche quando ci troviamo in territorio straniero.

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