people holding tennis rackets
by karla | 6:26 pm

Esplorando il tennis come un’arte personale

Da sempre affascinata dalle sfide artistiche, ho recentemente deciso di riprendere in mano il tennis, un gioco che avevo praticato da bambina ma poi abbandonato. La decisione di ritornare a questo sport è stata influenzata da un libro che mi ha incuriosito profondamente: “The Inner Game of Tennis” di Timothy Gallwey, definito da Billie Jean King come la sua ‘bibbia del tennis’. Questo bestseller, introdotto dall’acclamato psicologo dello sport Geoff Beattie, ha affascinato giocatori di ogni livello sin dalla sua prima pubblicazione nel 1972.

La battaglia con l’autodubbio: il tennis come specchio della mente

Questo libro affronta il tennis da un’angolazione diversa rispetto ai consueti manuali tecnici. Invece di concentrarsi su come migliorare la tua tecnica, parte dal presupposto che “ogni gioco è composto da due parti, un gioco esterno e un gioco interno”. Il primo si gioca contro gli avversari in campo, ma il secondo è una battaglia dentro di noi stessi, mentre cerchiamo di superare l’autodubbio e l’ansia. Spesso, il gioco interiore viene vinto o perso prima che una palla venga colpita.

Ho acquistato questo libro durante un corso sul team management, e non ho potuto resistere. Avevo ripreso molte delle mie vecchie abitudini, compreso il tennis. Da giovane giocavo, ma ho smesso quando le trasferte hanno iniziato a diventare una parte essenziale del gioco. Ero sempre stata incline a cercare altre sfide, tra cui la ritmica e il teatro con i burattini. I miei genitori mi hanno sempre sostenuto, anche se devo averli tenuti molto impegnati. Ho sempre avuto una vocazione artistica.

Tuttavia, da quando ho ripreso a giocare a tennis, ho scoperto che questo sport ha una peculiarità tutta sua. Almeno nel primo periodo. Penso che condivida questa caratteristica con altri chiamiamoli sport individuali, come la pittura, la scultura e la fotografia. Quando giochi, sembra di essere su un altro pianeta. Non esiste spazio o tempo, ci sei solo tu e la palla, fino a quando non commetti un errore. A quel punto, scoppia il caos interiore. Non so perché, ma ci diciamo le cose più orribili, maledicendo noi stessi in modo imbarazzante. A volte lanceresti anche la racchetta per non so quale motivo oscuro. Non pensavo di essere capace di questo tipo di autocritica, eppure… Ho condotto un sondaggio tra altri giocatori e hanno confermato la stessa esperienza.

Per me, il tennis è una sfida irrinunciabile con se stessi. È un modo per sfogare emozioni, circoscritto e allo stesso tempo catartico. Come artista, ho trovato nel tennis un terreno fertile per esplorare il mio gioco interiore e la mia capacità di superare gli ostacoli mentali. Spero che, come me, chiunque abbracci questo sport possa scoprire il suo lato più artistico e personale, grazie al prezioso insegnamento di Timothy Gallwey.

  COMMENTS OFF
Macropuntinismo e oltre