
NO LOGO, un’interessante punto di vista sull’economia descritto nell’omonimo libro dall’autrice Naomi Klein. Pubblicato ormai due decenni fa ma lo ritengo ancora molto attuale. Lo lessi appunto tanti anni fa, incuriosita dal solo titolo, e ultimamente ripreso in mano. Sarà perché il tema della mostra appena inaugurata al Palazzo Trentini è logos mania/logo smania o perché spesso e volentieri, facendo il bilancio, mi chiedo dove sto correndo e perché. Che mondo viviamo? Quanti condizionamenti ci limitano?
Qualunque sia la ragione, l’iniziale riflessione dell’autrice verte su una semplice domanda, che ho voluto rappresentare con i miei due lavori: quando compriamo, compriamo un prodotto o un marchio? La sua è una visione estrema, quasi da attivista, ma ad ogni modo fa riflettere.
Dubito ergo sum?
Perché si dice che mi serve il Rimmel, quando uso un mascara di un altro marchio? Nutella è un marchio o un prodotto? Entrambi? Dov’è il limite, ammesso che esista? La differenza è sostanziale. Quanto incide l’etichetta sulle nostre scelte da consumatori? E la comunicazione? Che ruolo ha in tutto questo? La propaganda….
Ho tante domande. Forse grazie alla mia arte ho avuto qualche risposta. Forse, appunto. Anni di studi e sperimentazioni hanno prodotto un risultato semplice. Insomma, uno di quelli che sarebbero capaci tutti se….
Il processo creativo
NON PENSARE ALL’ELEFANTE ROSA
Veramente!?….a cosa stiamo pensando?
Potente nella sua semplicità la comunicazione può fare del bene e del male, può unire così come separare, in funzione dell’intenzione con cui viene usata.
Si comunica verbalmente, tramite la scrittura, l’ arte nella sua accezione più vasta, i gesti, i fatti….in generale tutto ciò che diciamo e facciamo comunica e parla di noi. Si riversa esternamente certo ma anche internamente, motivo per cui necessita di molta attenzione e cura. Il tutto in modo più o meno consapevole.
Il tema scelto, da me inteso come potere della comunicazione, è stato svolto su due tele di dimensioni 100×100 ciascuna. L’acrilico al posto della grafica o tipografia reinterpreta, in un caso, quello della tela dal titolo” logo in logos”, il lettering, spesso utilizzato per creare loghi aziendali, in una chiave divertente dando vita a personaggi improbabili. Una pop art rivisitata e consapevolmente deformata, tramite la contaminazione con graffiti e street art, nel tentativo di alleggerire l’immagine nel suo complesso e il relativo impatto visivo finale.
Il secondo caso, tela dal titolo ” non pensare al logo”, invece conferma, grazie proprio alla sua negazione, il concetto del logo e l’intrinseco potere suggestivo, quasi manipolatore, della comunicazione verbale e scritta, a prescindere dal contesto.
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TU DECIDI