by karla | 5:01 pm

Da sempre ho creduto fermamente che ognuno di noi possieda un talento, una caratteristica unica che ci distingue dagli altri. Questa convinzione è stata una costante nella mia vita, e ho sempre ritenuto che il resto sia solo fuffa, una serie di abilità che possono essere apprese ma che non ci definiscono veramente. Non so da dove io abbia preso questa idea, ma posso affermare con certezza di aver riconosciuto almeno un mio talento e di essere tra i fortunati che lo hanno scoperto.

Il concetto di talento è spesso affrontato in vari trattati e guide, scritti da ricercatori e innovatori che cercano di spiegare come individuarlo e svilupparlo. Ma spesso questi testi sembrano distanti dalla realtà, pieni di teorie astratte. Mi chiedo se un giorno verrà prodotto un film dal titolo “Alla ricerca del talento,” in cui il protagonista seguirà un percorso avventuroso alla scoperta del suo dono speciale. Un po’ come ha fatto Walt Disney nel film “Space Jam,” in cui il talento sembrava un fluido magico che poteva essere rubato. Ma come si fa davvero a scoprire il proprio talento? Non è come un gioco di ruolo in cui ti venga assegnato da un computer. Però… potrebbe essere un’idea. Un gioco tipo i Simps. Potrei chiederlo alla IA.

La mia risposta è stata il metodo empirico. Sono una nerd di altri tempi. Ho provato e riprovato, sperimentando finché non ho dimostrato il mio “teorema personale.” Credo che ognuno di noi abbia un talento, ma trovarlo richiede tempo e dedizione. Ecco come ho affrontato questo viaggio alla scoperta del mio dono.

Le diverse intelligenze: ognuno ha almeno un talento

Uno dei concetti che mi ha aiutato a comprendere meglio il talento è stato quello delle “Intelligenze Multiple” proposto da Howard Gardner nel suo libro “Frames of Mind” del 1983. Gardner sostiene che è sbagliato considerare l’intelligenza come una singola entità misurabile oggettivamente tramite un punteggio IQ. Invece, ritiene che ognuno di noi sia dotato di almeno sette diverse intelligenze, ognuna delle quali rappresenta un modo unico di essere intelligente.

Questa idea mi ha aperto gli occhi sul fatto che ognuno di noi ha un talento, ma potrebbe non essere quello che tradizionalmente consideriamo come intelligenza. Ho avuto una prova tangibile di questo concetto oggi pomeriggio quando ho cercato di dimostrare un teorema per assurdo. Nel tentativo di dimostrare l’assurdo, mi sono resa conto che la mia abilità non stava nel brillare sul palcoscenico come avevo ipotizzato per assurdo, ma nel retroscena, nell’analisi approfondita e nella risoluzione di problemi complessi. Questo era esattamente ciò di cui ero consapevole da anni, ma ora avevo ne avevo un’ulteriore dimostrazione.

In conclusione, alla ricerca del talento non è un viaggio semplice, ma è un percorso personale che richiede esplorazione, sperimentazione e auto-riflessione. Ognuno di noi ha un talento, o forse addirittura più di uno, ma trovare il proprio richiede pazienza e determinazione. Segui il tuo istinto, prova nuove strade e non aver paura di sbagliare. Il tuo talento è lì, pronto ad emergere, solo aspetta di essere scoperto. E, come ho imparato, potresti trovarlo nel posto più inaspettato.

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