shallow focus photography of paintbrush
by karla | 4:38 pm

È una situazione che tutti noi artisti conosciamo bene: quella domanda, posta spesso con un sorriso curioso o un’espressione di leggera sorpresa. “Che lavoro fai?” Sembrerebbe un’interrogativa semplice, ma in realtà è un portale che ci conduce attraverso un labirinto di identità e sfumature. E così, nel nostro percorso di vita, dobbiamo trovare il modo di rispondere a questa domanda con sincerità e comprensione, pur riuscendo a dipingere la complessità di ciò che siamo.

Essere artisti ci pone in una posizione unica, sfidante e stimolante allo stesso tempo. Mentre l’arte scorre nelle nostre vene e permea ogni aspetto della nostra esistenza, dobbiamo costantemente trovare il giusto equilibrio tra la creatività e la necessità di vivere. Non possiamo inventare una storia, ma possiamo sicuramente raccontare una. Attraverso i nostri lavori, ci riveliamo a coloro che ascoltano o osservano, trasmettendo la nostra passione e l’impegno profondo che abbiamo per il nostro mestiere.

Ingegnere e artista: Un connubio sorprendente di mondi apparentemente opposti

E poi c’è la questione del “come ti guadagni da vivere?”. Quasi come un’incursione nella nostra sfera finanziaria, questa domanda è spesso la prossima tappa del nostro dialogo. E qui, noi artisti che coltiviamo una doppia identità, possiamo davvero sbizzarrirci. Immaginate un’associazione tra l’ingegnere e l’artista, due mondi apparentemente opposti che si fondono in modo armonioso nelle nostre vite. L’ingegnere che trova ispirazione nell’estetica, e l’artista che trova struttura nella creazione.

Un cavalletto e un’infanzia di incertezze: crescere con l’arte in un mondo pragmatico

La mia storia personale non è diversa. Cresciuta con l’incoraggiamento “di arte non si vive”, ho imparato fin da giovane a equilibrare la passione con la realtà. Mio padre, in un momento di comprensione, mi ha donato un cavalletto che ancora oggi è il mio compagno di avventure artistiche. È una testimonianza del fatto che, nonostante le sfide, l’arte può essere una compagna leale e inestimabile lungo il cammino.

Ecco perché, alla domanda “che lavoro fai?”, rispondiamo con gentilezza e sincerità, mettendoci nei panni di chi ascolta. Prevediamo gli occhi sgranati e le menti curiose, e prepariamo una risposta che rifletta la complessità della nostra identità. Sì, possiamo essere artisti, ma siamo anche così tanto di più. Siamo creatori, narratori, ingegneri delle emozioni e architetti dei sogni.

Forse, alla fine, la risposta migliore è quella che mi ha lasciato un’impronta indelebile: “Va bene qualsiasi lavoro purché onesto.” Queste sagge parole della mia nonna ci ricordano che ciò che facciamo, sia che creiamo capolavori artistici o equazioni matematiche, dovrebbe essere intriso di integrità e dedizione. E così, continuando a tessere la trama complessa delle nostre identità, rispondiamo con pazienza e cortesia, condividendo il nostro mondo unico e affascinante con chiunque abbia la curiosità di ascoltare.

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