by karla | 4:21 pm

L’attimo in cui la luce dei riflettori ti investe, quando il silenzio dell’attesa si fonde con il ritmo accelerato del tuo cuore, è un momento in cui l’arte e la paura si fondono in una danza delicata. È proprio in questa atmosfera carica di aspettative che ho vissuto un episodio che mi ha portato a riflettere sulle sfumature della vita e sulla maschera che indossiamo nella società.

Era una semplice proposta: esibirmi di fronte a un pubblico più o meno numeroso. Un invito ad esprimere me stessa attraverso la danza, un’arte che da piccola aveva accompagnato i miei passi senza paura. Ma, con il passare degli anni, sento cambiato. La sicurezza dell’infanzia si era trasformata in dubbi e ansie.

Quel “no” categorico che ho dato come risposta, come un urlo di Munch che dipinge la mia paura, mi ha fatto prendere coscienza di quanto avessi cambiato la mia prospettiva sulla vita. Cosa temevo? Forse la valutazione degli altri, il giudizio impietoso dei presenti, o forse solo la paura di mostrare il mio vero io al mondo, come Kafka avrebbe detto, di presentarmi con la mia vera faccia in questo intricato ballo in maschera che chiamiamo vita.

Riflettendo su questa situazione, mi sono resa conto che la maschera che indossiamo spesso è frutto dei condizionamenti che accumuliamo con il passare del tempo. Le esperienze, le delusioni, le aspettative degli altri e il timore di fallire possono creare un velo sottile ma tangibile che ci separa dalla nostra autenticità. Mi sono resa conto che avevo perso il contatto con quel spirito fanciullesco che ballava liberamente, senza preoccuparsi dei giudizi o delle opinioni altrui.

Abbandonare le paure e ballare nella luce

Forse, come suggeriva Kafka, è giunto il momento di smascherarsi e di rimetterci in gioco. In fondo, la vita è una performance aperta di fronte a un pubblico imprevedibile. Riscoprire il coraggio di esprimermi senza riserve, di lasciare che la musica mi guidi e che i passi di danza diventino la mia vera maschera, potrebbe riportare quel senso di libertà che avevo da bambina.

La sfida sta nel trovare il coraggio di abbandonare le paure che ci impediscono di brillare nella luce dei riflettori, di riconoscere che la vita stessa è un palcoscenico su cui danzare, incerti ma determinati. E così, con un nuovo spirito, forse potremo indossare la maschera giusta, una maschera che riflette chi siamo veramente e che ci permette di ballare attraverso le sfide, le paure e le speranze di questa danza chiamata vita.

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