
Grazie per tutte le lezioni imparate. Sagge guide amorevoli. Grazie per i bellissimi ricordi, per i quali siamo qui ed ora.
Sorrido quando ripenso al ballo con il nonno. I miei piedini sui suoi. A quante volte mi portava a pescare e a quante volte mi dovette riaccompagnare a casa perché giocando con i sassi gli spaventavo i pesci. Nonostante mi avesse ripreso più volte non ascoltai. Forse perché trovavo divertente provocarlo. Quando si arrabbiava iniziava a mormorare e borbottare cose senza senso. A mo’ di una pentola a pressione. Lo perdemmo molto presto ma ci è rimasto inciso nel cuore.
La nonna, meglio nota come Nona, ci raccontava tante storie su di lui. Troppo divertenti. Imitava il suo borbottio come il rumore di un treno a vapore. Faceva tutto mio nonno, anche andare a prendere la legna, cosa che odiava più di tutte, ma lamentandosi borbottando lungo tutto il tragitto. Andata e ritorno compreso. Si affezionava alle cose, raccontò la nonna, a tal punto che si ostinava a portare un cappello nonostante fosse consumato. La nonna, senza dire niente, glielo bruciò e ne comprò uno nuovo.
Dimostravano l’amore così. Facendo.
Preparando il pranzo, macinando il caffè, cuocendo il pane ecc., la nonna ci insegnò molto. Erano tutto riti accompagnati da racconti dei quali ancora oggi ricordo alcune cose, che per me fu importante registrare. Imparai a non deridere ciò che non conosco per esempio…e giocai, divertendomi un sacco, leggendo i fondi di caffè.