Il macropuntinismo è una tecnica pittorica che consiste nel creare immagini utilizzando piccole particelle di colore disposte in modo da formare un’immagine dall’aspetto granuloso.

Questa tecnica è stata sviluppata negli anni ’60 da artisti come Chuck Close e Richard Estes, che hanno utilizzato il macropuntinismo per creare ritratti realistici di alta qualità.

E’ una tecnica molto impegnativa, poiché richiede una grande attenzione ai dettagli e una capacità di pianificazione precisa. 

Trattasi di una tecnica particolarmente adatta per creare ritratti realistici, poiché permette di catturare ogni dettaglio del volto e dei tratti del soggetto. Tuttavia, è una tecnica che può essere facilmente impiegata per chi dipinge paesaggi o immagini astratte.

Trentino mese, ottobre 2010

“Nel presente la mostra inaugurata in questi giorni, al Circolo Culturale Le Mura di Trento, si resta piacevolmente perplessi nel cercare una catalogazione precisa della corrente artistica alla quale si ispira l’artista, Karla Klaser. La stessa Klaser si autodefinisce “improbabile puntinista”. Possiamo ulteriormente precisare che si tratta di Macro-Puntinismo. Non so se tale definizione, nell’Oceano di termini coniati in campo artistico, esiste già. Se non lo è, onore e merito all’artista quale antesignana di tale corrente. Energiche pennellate di colori puri, acrilico su tela, danno un’effetto sgranato all’immagine, quasi sempre un volto di donna o di adolescente. Possiamo dire che si tratta di puntinismo visto al microscopio. Le pennellate creano volume, atmosfera, obbligano a mettere a fuoco l’immagine e fanno riflettere. L’espressione dei volti, sovente un po’ triste, contrasta con la vivace tavolozza dei colori usati.

Il risultato, nel complesso, è piacevole, denota lo sforzo dell’artista nella ricerca di un personale modo d’esprimersi. Penso che la tecnica usata potrebbe dare ottimi risultati anche in nature morte e paesaggi.”

Fabio Oss